Infissi

Questioni di posa

21/03/2014

Le migliori tecniche per l’efficienza possono essere vanificate da una posa in opera o da una esecuzione dei lavori approssimative

Scritto da Sergio Ferraris - Tekneco

L’aumento dell’efficienza energetica negli edifici ha aperto dei nuovi scenari e dei nuovi problemi nell’edilizia, legati sia all’ottenimento dei risultati in termini di minori consumi, sia alla qualità degli interventi. Se da un lato, infatti, notiamo un sempre maggiore affinarsi delle tecnologie e dei materiali a monte dei cantieri, dall’altro si iniziano a riscontrare problemi sulla qualità energetica sulle opere finite.
Un esempio per tutti sono le opere di grandi architetti e le realizzazioni recenti che Legambiente ha declassato sul campo attraverso le termografie realizzate nel suo rapporto “Tutti in Classe A”. Gli anelli deboli della catena edilizia oggi riguardo questo aspetto sono la posa in opera, nel caso di ristrutturazione edilizia, o dell’esecuzione dei lavori in caso di una nuova costruzione. E non si tratta di questioni da sottovalutare poiché la creazione di un ponte termico, a causa di una realizzazione non accurata, può inficiare in maniera notevole una progettazione accurata e l’impiego di materiali ad alto contenuto tecnologico, con risultati pratici sul fronte dell’efficienza energetica molto deludenti.
Uno di questi casi è la posa in opera del cappotto termico che se da un lato possiede solo vantaggi per quanto riguarda le caratteristiche energetiche, dall’altro ha un unico “Tallone d’Achille”: l’esecuzione dei lavori. La percentuale della superficie d’incollaggio, nel caso di cappotto privo dell’intercapedine d’aria, oppure l’utilizzo di un numero adeguato di tasselli nel caso di fissaggio meccanico e il riempimento accurato delle cavità con materiale isolante sono alcuni dei casi che devono essere attentamente controllati durante la posa in opera, poiché a lavori finiti rimane solo la verifica termografica e se i risultati dovessero essere deludenti, riaprire il cantiere per correggere i difetti potrebbe essere molto oneroso.
E non ci si può nascondere dietro alla mancanza d’informazione poiché ormai si è usciti dalla fase pionieristica dell’efficienza, i materiali sono accompagnati da dettagliate schede tecniche ed esistono precisi protocolli per la posa in opera a regola d’arte. Per queste ragioni le uniche questioni che possono “giustificare” una cattiva posa in opera sono la riduzione dei tempi di cantiere, con i conseguenti “risparmi” sulla mano d’opera.

Efficienza delle facciate
E i serramenti in questo quadro giocano un ruolo chiave, in quanto sono il punto debole della catena dell’isolamento, in grado, se non ben realizzati e altrettanto ben installati, di far abbassare drasticamente le prestazioni del sistema edificio. L’infisso, anche se di ottima qualità, nel caso la posa sia approssimativa, può influire in maniera pesante sulle prestazioni energetiche.
È necessario che siano rispettate le compatibilità tra il serramento e il vano murario destinato a ospitarlo sul fronte geometrico, nel quale si definiscono le tolleranze dimensionali, così come bisogna tenere in grande conto l’aspetto meccanico, che è relativo alle sollecitazioni del vano murario e del serramento e infine bisogna fare attenzione al fronte chimico-fisico nel quale bisogna tenere conto delle interazioni tra i diversi elementi.
Il controtelaio, infine, è un altro degli aspetti critici, poiché visto che la sua stessa natura è quelle di compensare le irregolarità della muratura, se non è posato in maniera più che corretta può essere fonte di dispersioni termiche anche gravi, come quelle legate alle infiltrazioni d’aria. E il suo posizionamento è importante perché in base alla posizione è possibile conoscere le prestazioni termiche, poiché l’attacco del serramento porta a una distorsione delle linee (isoterme) che collegano i punti caratterizzati da una temperatura costante.
«Tutti gli investimenti fatti sul serramento si devono tradurre in benefici nella facciata. – l’ing. Antonio D’Albo direttore tecnico dei laboratori del Consorzio Nazionale dei Serramentisti LEGNOLEGNO – Ossia tutto il lavoro non si deve disperdere a causa di errori effettuati in cantiere. Si tratta di una diversa visione da parte dei produttori che se da un lato hanno lavorato molto a livello di ricerca e sviluppo sul serramento, non hanno fatto un lavoro simile sul serramento posato. È necessario fare delle pressioni sui serramentisti affinché si proceda anche in questa direzione e far in modo che ciò si ribalti, da un lato in formazione verso il posatore, dall’altro in esperienza progettuale, per arrivare a un’elevazione delle competenze».
La posa non possiede a oggi una certificazione specifica, poiché non esistono delle regole fisse, quindi si deve parlare di qualificazione volontaria che viene promossa dalle norme in vigore. Secondo il consorzio progettando il giunto e collaudandolo in laboratorio, nonché mettendo in opera il serramento con posatori qualificati e alla fine verificando in cantiere con prove specifiche, i problemi dovrebbero essere limitati. E agendo così si acquisisce il know how per risolvere eventuali problemi.
Per ottenere buoni risultati, quindi, non sono sufficienti i materiali. È necessario verificare il dettaglio e l’accuratezza della posa dell’infisso anche con una discussione costruttiva con l’impresa edile e con gli artigiani. Oltre a ciò è essenziale procedere a delle prove e delle verifiche di cantiere che diventeranno sempre più importanti diventando la leva del mercato. In Germania, per esempio, in assenza di prove che certifichino le caratteristiche degli edifici sempre più spesso gli acquirenti rinunciano all’acquisto dell’immobile, segno del fatto che le questioni energetiche degli immobili diventeranno sempre più importanti.
Il mercato della sostenibilità che nei prossimi quattro anni aumenterà a un ritmo del 6% annuo, per poi aumentare ulteriormente dopo il 2016, oggi è appena all’inizio e selezionerà, nel tempo, operatori e prodotti. Ma non solo. La casa passiva potrebbe trasformarsi a breve in un asset finanziario appetibile per gli istituti bancari, visto che i rendimenti potrebbero aggirarsi a circa l’11% annuo.


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