La rivoluzione delle rinnovabili termiche

In materia di climatizzazione l’Italia,  probabilmente più di ogni altro Paese, ha sinora puntato sulla penetrazione della rete di distribuzione del gas. Già da qualche anno a questa parte, in buona parte per la spinta degli obiettivi europei in materia di energia e ambiente, è partita la rivoluzione delle rinnovabili termiche, ossia tecnologie verdi in grado di garantire la produzione di calore e condizionamento. Secondo un recente rapporto Unicredit, le fonti oggi maggiormente utilizzate per la produzione di energia rinnovabile termica sono la biomassa (70%) e la quota rinnovabile dell’energia utilizzata dalle pompe di calore (24%).  Il segmento che presenta attualmente la maggiore penetrazione e su cui si concentrano i potenziali di sviluppo è soprattutto quello residenziale. La competitività economica di queste tecnologie dipende da una serie di fattori: accanto alla variabile climatica (alcune fonti sono più adatte a climi temperati, ad esempio il solare termico, altre a climi rigidi, come le biomasse), sono rilevanti la dotazione infrastrutturale, in particolare la presenza della rete gas o di reti di teleriscaldamento, la tipologia e l’epoca di costruzione di edifici e abitazioni, e le relative prestazioni energetiche e, infine, gli aspetti ambientali e quelli connessi alla disponibilità in loco della fonte energetica. In generale tuttavia, l’ostacolo principale è rappresentato dai costi di acquisto e installazione che, normalmente, risultano superiori a quelli delle tecnologie tradizionali.  Per questo motivo le rinnovabili termiche devono essere ancora sostanzialmente sostenute dallo Stato. Gli strumenti in vigore, attualmente, sono sostanzialmente due: gli obblighi di installazione e gli incentivi in conto capitale. Questi ultimi sono a loro volta di due tipi: le detrazioni fiscali (65% e 50%) e il Conto termico. Non si è invece per il momento puntato su vaste campagne promozionali volte a favorire una maggiore conoscenza delle nuove tecnologie e dei loro benefici presso i consumatori finali. Difficile dire se, per il momento, queste campagne abbiano realmente favorito le rinnovabile termiche, nonostante l’indubbio successo degli sgravi fiscali.  Secondo una ricerca Ref-E relativa al 2011, su  oltre 430.000 apparecchi di riscaldamento installati - in edifici esistenti con riscaldamento autonomo e in zone in cui è presente la rete gas - il 19% circa ha riguardato una tecnologia alimentata da fonti rinnovabili, con le pompe di calore che si piazzano come terza fonte, dopo le tradizionali caldaie a gas che rappresentano ancora la stragrande maggioranza delle istallazioni. È probabile che, visto l’aumento delle detrazioni e l’incremento del costo dei combustibili fossili, in questi anni le rinnovabili termiche abbiano guadagnato ulteriori quote di mercato.